Facciamo la Pace!
Nessuno può fare tutto, ma tutti possiamo fare qualcosa
Il percorso che proponiamo è diviso in due parti (gennaio e maggio ‘25) e comprendenti quattro temi fondamentali:
1 Guerra e/o Pace
Il cristiano di fronte alla guerra e alla pace. Cosa ci sta dicendo papa Francesco e perché noi non lo ascoltiamo….
Dove si pone chi vive il Vangelo?00
- La pace ci riguarda da vicino anche quando la guerra è (ancora?) lontana
- La guerra non è mai giusta
- La guerra ci rende indifferenti e vive della nostra indifferenza
- La pace ha bisogno dell’impegno di tutti e di ciascuno
2 Fai la pace … porgi l’altra guancia
Il significato del “porgere l’altra guancia” nella relazione con l’altro.
La nonviolenza come strumento rivoluzionario nelle relazioni fra persone e fra stati. Quanto conosciamo delle alternative alle armi? Quanto educhiamo a gestire i conflitti senza usare la violenza? Crediamo a quello che il vangelo ci propone?
3 Armi, un business senza tregua.
È davvero la scelta fra Dio o Mammona? E se lo è, noi da che parte stiamo? Dopo decenni di campagne sulle Banche armate, ci sentiamo chiamati in causa? I nostri risparmi a chi li diamo? Siamo consapevoli o preferiamo non sapere?
4 “I care”
“I care”, mi faccio carico. Mi faccio carico delle persone intorno a me, della società, del mondo…
Leonardo da Vinci scrisse: “Chi non combatte il male, comanda che si facci”. Noi cosa facciamo?
Quando smettiamo di sentirci coinvolti, stiamo lasciando andare il mondo senza dire la nostra sulla direzione in cui andrà. La nostra società è davvero su una via senza uscita?
Il documento di oggi riguarda il primo dei quattro punti.
1 Guerra e/o Pace
1.1 La pace ci riguarda da vicino anche quando la guerra sembra lontana
La pace riguarda tutti noi anche quando sembra lontana, ma adesso si avvicina sempre di più.
Cerchiamo di non vederla, forse perché se la “vediamo” poi siamo costretti a fare qualcosa, forse perché è difficile pensare, da genitori, ad altri genitori a cui i bambini muoiono sotto un bombardamento, da figli, al papà o la mamma che un giorno potrebbero non tornare.
Ma Gesù non ci lascia scegliere,quando ci dice “ama il prossimo tuo come te stesso” ci parla di un prossimo incontrato per la strada, per caso.Ucraino, Russo, Palestinese, Israeliano, Samaritano, non ci è lasciata la scelta della nazionalità del nostro prossimo e neppure di amare solo quello che ci sembra nel giusto. Quanto è difficile!
La pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate. [papa Francesco]
Il Santo Padre ributta la palla nel nostro campo. Non basta pensare alla pace nei paesi lontani, dobbiamo occuparci di pace anche qui da noi.
Siamo in pace che le persone intorno a noi?
Oppure siamo pronti a prendercela con chi è diverso, con chi ci dà fastidio, ci chiede aiuto, con chi arriva da lontano o non è come noi?
Perché ci sia la pace bisogna prendersi cura; la pace ci riguarda sempre, sempre, come sempre ci riguarda l’altro, il fratello e la sorella, e di lui e di lei dobbiamo prenderci cura [Papa Francesco]
1.2 La guerra non è mai giusta
La guerra che verrà
La guerra che verrà non è la prima
Prima ci sono state altre guerre
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti
Fra i vinti la povera gente faceva la fame
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente
[Bertolt Brecht].
Non crediamo mai che la guerra sia fatta per la gente!
Pensiamo a chi vive nei territori in guerra, in Ucraina, in Terra Santa (e nei molti altri paesi in guerra): nessuno di loro voleva la guerra (anche se forse gliel’hanno fatto credere) e tutti loro stanno molto peggio oggi di come stavano prima, con sofferenze che non riusciamo neanche ad immaginare.
Muoiono giovani soldati, muoiono bambini e vecchi sotto le bombe, vengono rasi al suolo paesi e città, minati territori, condannando tutti alle sofferenze di oggi e alla fame domani, quando finalmente la guerra finirà e si guarderanno intorno, in un paese distrutto e con l’odio nel cuore.
Da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace! Con la guerra si perde sempre. L’unico modo di vincere una guerra è non farla. [Papa Francesco]
La guerra giusta non esiste.
Esiste certamente chi ha ragioni più valide e chi ne ha meno, ma la guerra è sempre ingiusta.
1.3 La guerra ci rende indifferenti e vive della nostra indifferenza
Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. [papa Francesco].
Goebbels sosteneva che “nessuna persona di buon senso vuole la guerra e che è compito dei politici convincerli che la guerra è la cosa giusta da fare…”, ma Gesù ci dice: “Rimetti la spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno” e poi ancora: “Basta!”
“Basta!”: è una risposta senza equivoci verso ogni violenza. Quel “basta!” di Gesù supera i secoli e giunge forte fino a noi oggi: basta con le spade, le armi, la violenza, la guerra! [Papa Francesco].
Alla guerra bastano poche persone convinte, se le altre restano indifferenti e non danno segno della propria contrarietà.
Abbiamo, temo, smesso da tempo di confrontarci fra di noi su questi argomenti, coordinarci con altri, trovare azioni comuni che possano mandare messaggi chiari alla società e alla politica.
Sono ormai decenni che ci viene chiesto, dai missionari in primis, di non dare soldi a chi traffica in armi, di promuovere strategie di nonviolenza, di non vendere armi ai dittatori, a chi è in guerra a chi uccide il suo popolo, di fare scelte di pace. Ma noi rimaniamo indifferenti, o almeno, inattivi.
1.4 La pace ha bisogno dell’impegno di tutti e di ciascuno
Ci vuole più coraggio nel costruire la pace che nel fare la guerra [papa Francesco]. E vale anche per noi, perché lavorare per la pace vuol dire andare contro il pensiero corrente, essere accusati di essere “buonisti” o “servi del nemico”. Perché la vittoria è un’ambizione pericolosa che sembra ovvia nella guerra, che sembra sempre, per entrambe le parti, l’unica via di uscita, ma che porta infinite sofferenze da una parte e dall’altra, che si vinca o si perda.
Per il cristiano l’obbiettivo non può essere la vittoria, ma la pace.
Il mondo ha bisogno di persone che lottino per la pace con la stessa intensità con cui altri si battono per la guerra [Gandhi], perché informarsi è faticoso, partecipare è faticoso, cambiare banca (se la nostra banca traffica in armi) è faticoso, fare domande ai politici e pretendere che rispondano è faticoso, cambiare voto (se in nostro partito sostiene la guerra) è faticoso, unirsi ad altri diversi da noi è faticoso, esporsi è faticoso.
«Dopo le due tragiche guerre mondiali, sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle varie forme di cooperazione. Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione. Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi, e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque» [papa Francesco]
La pace ha smesso di essere “scontata” e dobbiamo, dovremo guadagnarcela.
Di seguito trovate le principali proposte di papa Francesco per la pace, collegate a quelle indicate dai movimenti e le istituzioni internazionali più lungimiranti:
- Riduzione delle spese militari con costituzione di un fondo per la cooperazione internazionale
- Riduzione dell’industria e del commercio delle armi fino alla loro cessazione definitive
- La riconversione civile dell’industria bellica
- Il rifiuto non solo dell’uso ma anche del possesso di armi nucleari
- Le varie forme di obiezione di coscienza come ribellione alla Guerra
- L’elogio per chi si rifiuta di imbarcare armi in navi verso luoghi in conflitto
- La difesa del diritto internazionale e la riproposizione della centralità delle Nazioni Unite, da riformare, per un’efficace diplomazia multilaterale
- L’urgenza del dialogo politico e sociale per la cessazione dei conflitti
- Il perdono sociopolitico come ricerca di nuovi rapporti e una “diversità riconciliata”
- Un “patto educativo” per la pace e la piena cittadinanza
- La formazione alla pace come educazione alla gestione dei conflitti
- L’ipotesi di una difesa civile non armata
- La conoscenza dei volti di pace e delle pratiche di riconciliazione presenti in varie parti del mondo
- La necessità di una rinnovata teologia della pace
- Un costante dialogo interreligioso operativo davanti alle sfide del mondo ferito
- L’appello alla conversione ecologica e alla pratica di un’ecologia integrale per la difesa della vita e la cura del creato
- Il cantiere giovanile “The Economy of Francesco” per nuovi modelli economici e sociali