Facciamo la Pace!
Nessuno può fare tutto, ma tutti possiamo fare qualcosa
Il percorso che proponiamo è diviso in due parti (gennaio e maggio ‘25) e comprendenti quattro temi fondamentali:
1. Guerra e/o Pace
Il cristiano di fronte alla guerra e alla pace. Cosa ci sta dicendo papa Francesco e perché noi non lo ascoltiamo…. Dove si pone chi vive il Vangelo?
- La pace ci riguarda da vicino anche quando la guerra è (ancora?) lontana
- La guerra non è mai giusta
- La guerra ci rende indifferenti e vive della nostra indifferenza
- La pace ha bisogno dell’impegno di tutti e di ciascuno
2. Fai la pace … porgi l’altra guancia
Il significato del “porgere l’altra guancia” nella relazione con l’altro.
La nonviolenza come strumento rivoluzionario nelle relazioni fra persone e fra stati. Quanto conosciamo delle alternative alle armi? Quanto educhiamo a gestire i conflitti senza usare la violenza? Crediamo a quello che il vangelo ci propone?
- Davvero il Signore ci chiede cose impossibili, anzi ingiuste? (Angelus, 20 febbraio 2022 | Francesco)
- Porgere l’altra guancia è un atto per disarmare
- Ama il prossimo tuo se è come te stesso
- ‘altra guancia o la spada? (“Occhio per occhio, dente per dente” oggi sarebbe il meno dei mali)
3. Armi, un business senza tregua.
È davvero la scelta fra Dio o Mammona? E se lo è, noi da che parte stiamo? Dopo decenni di campagne sulle Banche armate, ci sentiamo chiamati in causa? I nostri risparmi a chi li diamo? Siamo consapevoli o preferiamo non sapere?
4 “I care”
“I care”, mi faccio carico. Mi faccio carico delle persone intorno a me, della società, del mondo…
Leonardo da Vinci scrisse: “Chi non combatte il male, comanda che si facci”. Noi cosa facciamo?
Quando smettiamo di sentirci coinvolti, stiamo lasciando andare il mondo senza dire la nostra sulla direzione in cui andrà. La nostra società è davvero su una via senza uscita?
IL TESTO CHE SEGUE SI RIFERISCE AL 2° PUNTO DEL PERCORSO
Fai la pace … porgi l’altra guancia
2.1 Davvero il Signore ci chiede cose impossibili, anzi ingiuste?
Gesù ci chiede di amare i nostri nemici e di fare del bene a coloro che ci odiano (Lc 6,27). Questo può sembrare impossibile e ingiusto, ma Gesù stesso ci mostra l’esempio durante la sua passione. Non reagisce con violenza o ritorsione quando viene schiaffeggiato da una guardia, ma chiede spiegazioni in modo gentile e senza rancore. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, ma cercare di spegnere l’odio e l’ingiustizia con l’amore e il perdono. È un modo di vincere il male con il bene, aprendo una breccia nel cuore del nemico e smascherando l’assurdità dell’odio. Questo atteggiamento non è dettato dall’odio o dal calcolo, ma dall’amore gratuito che riceviamo da Gesù. Anche se sembra impossibile, quando il Signore ci chiede di amare i nostri nemici, ci dà la capacità di farlo tramite lo Spirito Santo. La forza di amare è uno dei doni che Dio è felice di darci. Perciò, possiamo rispondere al male con il bene e amare coloro che ci fanno del male. È triste quando persone e popoli che si professano cristiani vedono gli altri come nemici e pensano di fare guerra.
2.2 Amare i nemici può generare una rivoluzione
Gesù ci comanda di amare i nostri nemici, fare del bene a quelli che ci odiano, benedire coloro che ci maledicono e pregare per coloro che ci trattano male. Questo non è un optional, ma un ordine per i suoi discepoli. Gesù sa che amare i nemici è al di là delle nostre capacità umane, ma è per questo che si è fatto uomo, per trasformarci e renderci capaci di amare come il Padre.
Gesù vuole che in ogni cuore l’amore di Dio trionfi sull’odio e sul rancore. La logica dell’amore, che si manifesta nella Croce di Cristo, è il segno distintivo del cristiano, che ci spinge ad accogliere tutti come fratelli. Come possiamo superare l’istinto umano e la legge della ritorsione? Gesù ci risponde dicendo di essere misericordiosi come il Padre nostro è misericordioso.
L’amore è più grande e fecondo di qualsiasi cosa, mentre l’odio e la vendetta sminuiscono e deturpano la bellezza dell’essere umano, fatto a immagine di Dio. Questo comando di rispondere all’insulto e al torto con l’amore ha generato una nuova cultura nel mondo: la cultura della misericordia. Questa cultura, che dà vita a una vera rivoluzione, è caratterizzata dall’amore.
Gesù ci assicura che se perdoniamo e diamo agli altri, anche noi saremo perdonati e ricompensati. Dobbiamo perdonare perché Dio ci ha perdonato e ci perdona sempre. Se i nostri cuori si aprono alla misericordia e stringono i legami della comunione, proclamiamo al mondo che è possibile vincere il male con il bene. Dobbiamo imparare a ricordare le cose buone che gli altri fanno per noi anziché concentrarci solo sui torti e i mali. Questa è la rivoluzione della misericordia.
2.3 Porgere l’altra guancia è un atto per disarmare
Gesù invita i suoi discepoli a non opporsi al malvagio, ma a reagire con gesti di amore anche di fronte all’ingiustizia, offre soluzioni che richiedono coraggio e generosità. La proposta di Gesù non è quella di sottomettersi, ma di prendere l’iniziativa per ristabilire i legami umani che vengono sempre lacerati. Egli stesso, ha dimostrato con i suoi gesti di non accettare l’ingiustizia e si è indignato per le situazioni di violenza e di degrado morale. Gesù ci chiede di non diventare vittime della storia, ma di agire in modo tale da disarmarla. Ci invita a scegliere la via del perdono, interrompendo il circolo vizioso dell’odio e della vendetta.
Amare in spirito e verità disarma e rende liberi